Il programma alimentare digiKeto è basato sui principi della dieta chetogenica, più specificamente è una VLCKD (veri low calory ketogenic diet). La netta riduzione dei carboidrati costringe l’organismo a utilizzare il tessuto adiposo di riserva come carburante per la produzione di energia, anzichè il glucosio. La stabilizzazione della glicemia e la ridotta secrezione insulinica azzera gli alti e bassi glicidici, responsabili dei morsi della fame, dei crolli di energia e voglie improvvise. Tale nuova condizione metabolica permette all’organismo di perdere peso in eccesso, ed anche rapidamente.
Allora perchè a volte non funziona?
Cerchiamo di capire quali fattori possono influenzare il calo di peso, riducendo le aspettative di rapido ed efficace risultato, a parte naturalmente gli errori volontari e le regole non rispettate.
1. Fattore: assenza di chetosi
La condizione di chetosi di solito si raggiunge tra le 48/72 ore dall’inizio del protocollo e deve essere mantenuta per tutto il tempo del programma alimentare. Questa consente di realizzare I due elementi primari per ottenere il risultato essenziale: rapido calo ponderale e netta riduzione della fame! Introdurre occasionalemente cibi non consentiti a base di glicidi può far cadere la concentrazione di corpi chetonici, necessari per il conseguimento del risultato. Del resto, già clinicamento il subentrare della stanchezza e della fame sono segnali clinici della perdita della chetosi.
2. Fattore: cibi concessi ma in quantità superiori
L’alimentazione di tipo chetogenico non considera primaria la valutazione delle calorie introdotte. Grazie alla quota di chetoni ematici, prodotti dalla scissione dei grassi di riserva, la fame è controllata, consentendo di “resistere” facilmente con solo 700-800 calorie al giorno. Tuttavia, qualora mangiassimo quote superiori di alimenti concessi a base proteine-grassi, pur mantenedo alta l’inappetenza in uno stato di benessere, introdurremmo più calorie giornaliere, riducendo la differenza tra quelle introdotte rispetto a quelle bruciate.
3. Fattore: non stai mangiando abbastanza
Paradossalmente, se si riduce eccessivamente la quota dei cibi concessi al di sotto delle quote stabilite, l’organismo entra in modalità “carestia”, con una netta riduzione del metabolismo, al fine di proteggere gli organi e le normali funzioni corporee. Tentando di autoconservarsi, l’organismo “rallenta” in mancanza di energia proveniente dall’esterno: una sorta di letargo! Laddove quindi si pensi di ottenere un risultato migliore quasi non mangiando, in realtà si pongono le basi per l’insuccesso.
4. Fattore: proteine mangiate in eccesso
L’alimentazione chetogenica è basata sull’apporto moderato di proteine. Fornire quantità eccessive di proteine può, paradossalmente, favorire la neoglucogenesi, condizione nella quale l’organismo converte le proteine in eccesso in zuccheri utilizzandoli per produrre energia, non bruciando, pertanto, il grasso.
5. Fattore: carboidrati concessi consumati in quantità eccessive
L’alimentazione chetogenica consente di introdurre pochissimi carboidrati, utili per la realizzazione del dimagrimento stesso. Qualora se ne mangiassero in quantità superiori, si determinerà un arresto della produzione dei corpi chetonici, con invalidamento del processo dimagrante. Pertanto, è bene mantenersi rigorosamente nelle quantità consentite, relative ai pochi alimenti dove sono presenti tracce di carboidrati.
6. Fattore: resistenza all’ormone leptina
L’adipe produce un ormone, la leptina, che segnala all’ipotalamo, nel cervello, di ridurre l’assunzione del cibo, determinando la sazietà. Fattori quali lo stress, disturbi del sonno e cali glicemici possono determinarne la resistenza.